PER UN CONCETTO IMMAGINALE
di Maurizio Cesarini
Ad una prima lettura, l’opera di Caterina
Coluccio sembra collocarsi su un piano
puramente visuale: una immagine realizzata
con computa capacità esecutiva, accostata ad
un testo incastonato in una cornice.
L’apparente esplicitazione è situabile in un
ambito interpretativo, di area verbo-visiva;
ma, ad un’ulteriore analisi, risulta
evidente come l’approccio denotativo sia, in
realtà, la struttura su cui si innescano,
significativamente, connotazioni d’ordine
concettuale.
Il rapporto fra testo e immagine non si
risolve in una contiguità narrativo-visuale
né in una serie di perifrasi verbale, ma si
pone come paradigma di una acuta analisi sul
concetto di opera.
Quindi, il testo è da intendersi oltre il
suo aspetto letterale, pur sottendendo sia i
suoi significati che il senso visivo in esso
contenuto.
L’immagine, d’altro canto, nel suo
strutturarsi attorno ad una fitta tessitura
segnica, evidenzia formalmente l’assunto
iconografico di volti e figure dei primi del
secolo, alludendo visivamente all’opera nel
suo aspetto figurale.
Questi due elementi: testo e immagine, nel
prodursi significativamente, attraverso il
rapporto che li unisce, danno forma ad
un’altra figura: la relazione concettuale
che permette la decifrazione del significato
generale.
L’opera della Coluccio si pone quindi non
sull’asse dell’interpretazione, ma su quello
della conoscenza, poiché l’esplicito ricorso
ad elementi originari, come la scrittura e
il disegno, non si esaurisce in essi.
Ogni elemento, autosignificante, assume in
relazione all’altro un valore referenziale,
producendo uno scarto concettuale che in una
sorta di certificazione del senso, induce ad
una circolarità autentica.
Il testo insiste nella sua forma strutturale
e di conseguenza nei significati che
veicola, nonché in relazione al disegno.
L’immagine è data da una tessitura
grafico-pittorica che definisce l’apparato
figurale, attraverso un confronto
verbo-visivo con la scrittura.
I due elementi si stabilizzano attraverso
una terza componente, puramente concettuale,
che permette la loro relazione.
L’opera è quindi la risultante di questa
sottile triade: immaginale, verbale e
concettuale, che caratterizza formalmente e
mentalmente tutto l’apparato significativo
del lavoro.
L’opera della Coluccio procede, sia
visivamente che concettualmente, attraverso
una ritmica contrazione riferita al dato
visivo, ed espansione: se riferita al dato
concettuale, attraverso un equilibrio che
denota significativamente la sensibilità
evocativa e teorica dell’artista.
|